Perché le carte prepagate sono entrate nel mirino del Fisco: evitare di comportarsi come criminali.
Con gli ultimi aggiornamenti non si vuole dire che chi fa uso di carte prepagate è a prescindere un criminale e che sia giusto essere nel mirino del Fisco, ma si ha a che fare con situazioni delicate e che proprio per questo meritano la giusta attenzione. Non bisogna spaventarsi, ma avere chiaro come bisogna comportarsi davanti alcuni gesti spesso “innocui”, ma che nei fatti non lo sono.

Non è detto che se si compiono questi 10 gesti con le carte preparate si è dei criminali a prescindere, ma il Fisco lavora in funzione della correttezza e della trasparenza, per cui non bisogna sottovalutare anche azioni che sono apparentemente banali o semplici.
Il primo, consta nel deposito di contanti allo sportello sulla carta in questione, e ciò può far scattare la presunzione di reddito tassabile. Da qui, ci potrebbe essere la ricezione di bonifici da terzi mediante IBAN sulla Postepay Evolution, quella comunemente usata, la quale genera la presunzione di reddito.
Ancora potrebbero essere considerati movimenti sospetti quelli di spostamento frequente del denaro sulla carta, senza corrispondenti dichiarazioni di reddito. Ecco che qui, c’è qualcosa che non va, come anche l’accumulo periodico di denaro su carta e altri spostamenti su conto corrente, i quali possono far partire accertamenti fiscali. Ma non finiscono qui i “gesti pericolosi”.
Come le carte prepagate entrano nel mirino del Fisco
Si è senza parole davanti quanto indicato, poiché molte delle azioni sopra indicate, sono compiute dalla maggior parte delle persone, perché in partenza sono innocue. Ciò che fa la differenza sono le loro intenzioni, e proprio per questo bisogna ben guardarsi da cosa si fa. Ecco quali sono gli altri errori che molti compiono senza saperlo.

C’è chi ha reddito non dichiarato confluito sulla carta, e può portare a verifiche e sanzioni, come anche movimenti da giroconti a prepagate e ancora a conti corrente che non giustificano la provenienza lecita del denaro. Possono consolidarsi persino pagamenti in contanti sulle prepagate che non sono tracciabili e che causano guai. Tutti gesti che 100% andranno controllati.
Pure gli spostamenti in denaro molti alti e a loro volta non giustificati e che vanno oltre delle soglie, sono facilmente tracciabili dal Fisco. Usare prepagate aziendali per spese non documentate o non tracciabili sul lavoro incarnano poi dei rischi abbastanza elevati, ma molti a quanto pare li corrono, senza pensarci.
Ultimo errore, è la mancata dichiarazione del reddito che passa mediante queste carte, con l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente.
Se il Fisco decide di aprire accertamenti fiscali su queste situazioni, può chiedere al contribuente di dimostrar che il denaro è stato già tassato, o è esente da tassazione. L’intento è quello di contrastare l’evasione fiscale a favore della massima trasparenza e tracciabilità sui movimenti finanziari. Infine, tutti devono sapere che dal 2025 è un obbligo pagare con metodi tracciabili se si deve usufruire di detrazioni fiscali.