La scuola italiana è pronta a riprendere la proprio marcia, entro il 15 settembre gli studenti di tutte le regioni torneranno tra i banchi e ad attenderli una piacevole sorpresa, un minibonus economico
Entro l’inizio astronomico dell’autunno, ma in verità di fatto già dal 15 settembre, gli oltre sette milioni di studenti residenti in Italia riprenderanno posto tra i banchi delle scuole di ogni ordine e grado d’Italia. Da allora a fino al 6 giugno 2026 li attende un percorso solido, complesso, sicuramente faticoso ma in grandissima parte destinato a formarli sia culturalmente che umanamente.
Ma la ripartenza della scuola di questo autunno del 2025 porta con sé una piacevole e importante novità. Una novità che farà felici molte famiglie e che ha lo scopo di alleviare tutta una serie di fattori. Dall’aumento del prezzo dei libri di testo alla diminuzione del potere di acquisto dei redditi.
Una misura tutta economica che si sviluppa tramite l’erogazione di un minibonus dal valore di 145 euro. Ma di cosa si tratta? Come funziona? E soprattutto chi ne ha diritto? Scopriamolo insieme. Isoliamo il perimetro di competenza. Il bonus nello specifico sarà appannaggio solo ed esclusivamente di una determinata categoria.
La categoria non è però nè quella degli studenti, quindi non impatta su tutte le famiglie residenti in Italia, né, tanto meno, dei dirigenti scolastici. Si tratta, invece, di una categoria molto chiara e ben individuata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito su precisa indicazione del titolare del dicastero, il leghista Giuseppe Valditara. Ma di quale categoria parliamo quindi?
Parliamo nello specifico del personale docente e del personale ATA, acronimo di personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario. Quello addetto al funzionamento degli istituti scolastici in supporto diretto tanto al dirigente scolastico quanto al corpo docente. Il minibonus, dal valore complessivo di 145 euro netti, una tantum, è stato pensato, e messo a bilancio, per edulcorare, in vista dell’avvio dell’anno scolastico 2025-2026, il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola.
Il contratto relativo al biennio 2022-2024 scaduto appunto da tre anni e che all’atto del suo rinnovo sarà di fatto già vecchio. Con tutto ciò che ne consegue sui redditi, sui livelli e sull’aggiornamento professionale dei dipendenti
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