Pensioni, meglio quota 89 o quota 41? Attenzione a scegliere bene o perdi un mucchio di soldi

La Manovra di Bilancio 2026 è sempre più vicina e il focus è tutto sulle pensioni. Attenzione a scegliere la misura giusta o si rischia di perdere tanti soldi ogni mese.

Mano a mano che i giorni passano, ci avviciniamo progressivamente all’ora fatidica: l’ora dell’approvazione definitiva della Manovra di Bilancio 2026. L’attesa è tanta anche perché, dopo 3 anni, finalmente la riforma delle pensioni vedrà la luce e potremo lasciarci alle spalle la legge Fornero.

sveglia barattolo pieno di monete e calcolatrice
Pensioni, meglio quota 89 o quota 41? Attenzione a scegliere bene o perdi un mucchio di soldi/snapnavigazione.it

Le ipotesi sui tavoli del Governo Meloni sono molte e di definitivo non c’è ancora nulla ma quasi certamente il prossimo anno entreranno in scena due nuove misure: Quota 89 e Quota 41 flessibile. Quest’ultima sarà una versione “aggiornata” della vecchia Quota 41 che tutti già conosciamo.

Attenzione a fare la scelta giusta in quanto, talvolta, presi dall’entusiasmo di andare in pensione con qualche anno di anticipo, si rischia di commettere errori irreparabili. In particolare, in questo caso, si rischia di perdere un mucchio di soldi ogni mese. Nel prossimo paragrafo vediamo, nei dettagli, le differenze tra le due nuove misure.

Pensioni 2026: puoi smettere di lavorare a 62 anni

Dopo quasi 3 anni di attesa, finalmente nel 2026 vedrà la luce la riforma delle pensioni e la maggior parte di noi potrà dire addio all’ufficio ben prima dei 67 anni. In particolare faranno il loro ingresso Quota 89 e Quota 41 flessibile. Vediamo le differenze tra queste due nuove misure.

uomo e donna anziani che sorridono
Pensioni 2026: puoi smettere di lavorare a 62 anni/snapnavigazione.it

Quota 89 sarà una rivisitazione della vecchia pensione anticipata contributiva che consentiva di accedere alla pensione a 64 anni con 20 anni di contributi ma si rivolgeva solo ai lavoratori contributivi puri, cioè i lavoratori senza nemmeno un contributo antecedente al 1996. Quota 89, invece, si rivolgerà a tutti e permetterà sempre di andare in pensione a 64 anni ma, questa volta, con almeno 25 anni di contributi. Non solo: sarà necessario che l’assegno previdenziale raggiunga certe soglie minime:

  • 3 volte l’importo dell’assegno sociale per gli uomini e le donne senza figli;
  • 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con un figlio;
  • 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale per le lavoratrici con due o più figli.

Per raggiungere tali cifre il lavoratore potrà avvalersi anche della propria pensione integrativa privata. Si sta discutendo anche sull’eventualità di rendere possibile l’utilizzo del TFR, il Trattamento di Fine Rapporto. Completamente diversa, invece, la situazione di chi sceglierà Quota 41 flessibile.

block notes, calcolatrice e occhiali
Con Quota 41 flessibile puoi lasciare il lavoro a 62 anni/snapnavigazione.it

L’attuale Quota 41 permette l’accesso alla pensione a qualsiasi età una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione ma si rivolge solo a:

  • caregivers;
  • disoccupati;
  • lavoratori con invalidità pari almeno al 74%;
  • addetti a lavori usuranti o gravosi.

Quota 41 flessibile, invece, si rivolgerà a tutti ma verrà introdotto il requisito anagrafico: non si potrà andare in pensione prima dei 62 anni. Non solo: per ogni anno di anticipo rispetto all’età pensionabile – cioè 67 anni – l’assegno pensionistico verrà decurtato del 2%. Pertanto coloro che sceglieranno di andare in pensione a 62 anni potranno farlo ma avranno un assegno più basso del 10%.

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